Di storie di violenza sulle donne purtroppo ne sentiamo tante, ma credo che questa possa essere da esempio per tutte quelle donne che hanno paura di reagire.
Lucia Annibali, professione avvocato, classe 1977 due anni fa, più precisamente il 16 aprile 2013 è stata vittima di un episodio di violenza che ha voluto raccontare nel suo libro autobiografico “Io ci sono”.
Una sera come un’altra la giovane donna di Pesaro, tornata a casa da una bella nuotata in piscina, si ritrova di fronte un uomo incappucciato, che nel giro di pochi secondi le avrebbe cambiato la vita, infatti l’uomo le versa sul volto dell’acido, sfigurandola. Le ustioni riguardano non solo il volto ma anche il dorso della mano destra e gli occhi. Lucia prova immediatamente un dolore atroce al viso e alla mano destra, non ci vede e si ritrova a chiedere aiuto nel pianerottolo di casa.
I vicini giungono sul posto e soccorrono immediatamente la giovane donne senza capire bene cosa fosse accaduto a questa ragazza che urla a squarciagola. L’avvocatessa di Pesaro intuisce fin da subito chi possa essere l’artefice di quel gesto infernale. Si tratta dell’ex fidanzato Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una relazione tormentata, chiusa da lei nell’agosto del 2012. L’ex fidanzato viene arrestato quella stessa notte, e secondo la magistratura aveva assoldato per l’agguato due sicari albanesi, arrestati anche loro in un secondo momento.
Da quando l’avvocato Luca Varani è stato scaricato la giovane donna ha dovuto subire vari pedinamenti, tormenti telefonici e insulti per strada, strani accessi nella sua casa quando lei non c’era, telefono scomparso e ritrovato e tanti altri episodi che hanno fatto perdere la serenità a questa ragazza solare e nel pieno dei suoi anni migliori.
Nel suo libro Lucia ripercorre dettagliatamente la sua tormentata storia con il suo ex fidanzato, da quando si sono conosciuti fino al processo, racconta anche dei momenti più difficili , le molte operazioni chirurgiche subite al volto, la convalescenza e la risalita, giorno dopo giorno ha ritrovato la forza di reagire, di combattere e non mollare, più forte e determinata che mai, per poter dimostrare a tutti che ci si può riappropriare della propria vita. Oggi Lucia è diventata un’icona, punto di riferimento per tutte le altre donne, “io non mi arrendo, e questa ferita diventerà la mia forza” – si legge nel libro – paragonando quello che ha vissuto ad un’uccisione, la scomparsa della sua identità e la sua rinascita. Dopo due anni dall’episodio Lucia è più bella che mai e ha intrapreso un percorso nel cercare di incoraggiare tutte le donne a scappare da storie d’amore frutto dell’illusione. “il mio – spiega – non era amore, ho preso un abbaglio, ho creduto che lo fosse, adesso lo so che non era cosi”.
L’8 marzo 2014 il capo dello Stato Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica: «Per il coraggio, la determinazione, la dignità con cui ha reagito alle gravi conseguenze fisiche dell’ignobile aggressione subita»