La violenza domestica è un fenomeno diffuso ed in continua espansione, l’organizzazione mondiale della sanità ci ricorda che la violenza in famiglia riguarda tutti i paesi del mondo, comprendendo ogni fascia sociale. Un’ indagine dell’ISTAT del 2006 ci rivela che le donne tra 16 e 70 anni che hanno subito violenza sono più di 6 milioni, tra queste, 2 milioni di donne hanno subito violenza dal partner o da un ex. I dati parlano da soli e devono servire a metterci in guardia sulla gravità del fenomeno, tenendo conto che purtroppo si tratta sempre di dati approssimativi poiché molti non denunciano l’episodio di violenza, si è stimato che soltanto il 10% di donne che hanno subito violenza denunci l’episodio.
La violenza sulle donne non comprende solamente l’abuso fisico o sessuale ma anche quello psicologico, i danni che possono seguire la violenza sono molteplici, e di diversa gravità. La donna maltrattata può sviluppare una sindrome depressiva, problemi somatici come tachicardia, sintomi di ansia, tensione, sensi di colpa e vergogna, bassa autostima, disturbo post-traumatico da stress e molti altri. Dal punto di vista fisico la donna può ovviamente riportare segni a volte anche gravi, transitori o permanenti, cicatrici che la accompagnano ricordandole ogni giorno tutto ciò che hanno dovuto subire.
Di solito chi compie atti di violenza sulle donne ha un solo obiettivo, porre la vittima in uno stato di “sudditanza”, controllare un membro della famiglia, avere tutto sotto controllo, provare piacere nel dettare ordini, nel sentirsi importanti e nell’essere rispettati, il tutto a discapito del maltrattato, il quale è costretto ad umiliarsi, a sottostare ad ogni richiesta senza fiatare.
Per poter fronteggiare nel miglior modo un episodio di violenza è per prima cosa fondamentale che la donna sia in grado di riconoscere i comportamenti tipici dell’abusante. Molto spesso capita che l’abusante sia un soggetto fortemente insicuro nella vita sociale, che non ha relazioni e che quindi riversa tutto sul partner. Il problema insorge quando la donna, vittima di violenza si “abitua” a sopportare situazioni terribili, che la spingono a sviluppare problemi psichici, obbligandola a chiudersi in se stessa e a tagliare rapporti con il mondo che la circonda. La donna deve imparare ad essere obiettiva, razionalizzando e valutando i comportamenti che subisce e rendendosi conto che quello che subisce all’interno delle mura domestiche è un reato, e come tale non va accettato.
Nel caso vi trovaste di fronte ad un episodio di violenza domestica, non rimandate, affrontate SUBITO il problema, rompete l’isolamento, trovate il CORAGGIO di parlare con qualcuno di quello che avviene all’interno delle mura domestiche, soprattutto non dimenticate mai che chi vi maltratta NON VI MERITA.